giovedì 17 gennaio 2013

Quello che finora so su The walking Dead


A tutti piace guardare un film. Sedersi sul divano o sulla poltroncina del cinema e godersi un bel film. A me piace molto. Ho visto molti film, e su tutti mi sono fatta un'opinione. Perciò non so da che film cominciare a scrivere. Per tagliare la testa al toro comincerò da una serie tv. The Walking Dead, per esempio.
Rick Terminator-Grimes e la banda bassotti
Per amor di professionalità la sinossi è questa: il difensore della legge Rick Willer-Grimes si risveglia dal coma, in ospedale, dopo essere stato ferito da un brigante. Solo che in ospedale non c'è nessuno. Solo i morti. E i morti camminano. Mentre lui sonnecchiava c'è stata un'epidemia di zombievirus. (Le informazioni non sono certe, ma sembra che il germe della malattia potrebbe essere stato sviluppato in un certo ospedale milanese dove qualcuno faceva ricerche sperimentali per allungare la vita.) La prima cosa che pensa di fare, ancora ferito e con la simpatica vestaglietta a culo scoperto, è andare a cercare moglie e figlio, a casa propria. Colpo di scena! Non li trova. Intanto fa amicizia con altri sopravvissuti. Nel corso della serie si ricongiungerà alla cara e fedele -seeee- mogliettina e al molto amato figlioletto, salvati dal suo migliore e fedelissimo -seeeeeee- amico, per poi diventare il maschio alfa di un simpatico gruppo di campeggiatori olandesi sopravvissuti. Non svelerò altro.
L'episodio pilota di questa serie è il classico esempio di grandi promesse poi non sempre mantenute. È un capolavoro, dal quale io avevo capito che 1) Rick Grimes era un brav'uomo, incorruttibile difensore della legge che avrebbe cercato di mantenere l'ordine nel caos post-apocalisse-zombie; 2) uccidere uno zombie non è così facile; 3) quando c'è un'apocalisse e i distributori non funzionano più, le macchine non si usano. Si va a cavallo. 4) le armi da fuoco è meglio non usarle sugli zombie. E di questa trovata ero molto felice, perchè ho sperato tanto nell'uso di armi alternative quali mazze, lance, chitarre elettriche, archi, biciclette, spade, pali dei segnali stradali, accette, LP, coltelli da cucina, appendiabiti, machete, rami e naturalmente balestre -no, in realtà avevo pensato a tutto tranne che alle balestre, ma tanto meglio.
Insomma, speravo si puntasse sull'uccidere gli zombie e salvare i sopravvissuti, magari anche una cosa un po' on the road, non so, sceneggiatori amerricani fate un po' voi, prendo il piatto del giorno. Invece si punta molto sulle dinamiche di potere tra i sopravvissuti e sul fatto che in realtà c'è da preoccuparsi di più per i vivi che per i morti. A me di solito le dinamiche di potere interessano molto, se c'è di mezzo un trono e un po' di eserciti. Quindi le sceneggiate di Rick Primadonna-Grimes (e di quella gattamorta che si ritrova per moglie e che si crede di essere la Jackie Kennedy de noialtri) non mi hanno fatto impazzire.
Fortunatamente ci sono gli zombie, che arrivano sempre a riportare un po' di vita in questa festa e l'insieme non è così male. E poi ci sono anche un bambino di nove anni con la mira e il coraggio di Robin Hood, un Robin Hood neonazista, un paio di vecchi saggi Gandalf-stile e altri.
La terza stagione, grazie all'eliminazione di un paio di personaggi perfettamente inutili e all'introduzione di altri molto più interessanti, sembra andare molto meglio. Ma ne parlerò appena ricomincerà, e non vedo l'ora!

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