mercoledì 20 marzo 2013

Silver Linings Playbook

Silver Linings Playbook è stato sicuramente uno dei film protagonisti degli Oscar di quest'anno. Non l'avevo ancora visto e finalmente ho rimediato a questa mia piccola lacuna!
 Pat soffre di disturbo bipolare. La violenza della sua malattia esplode il giorno in cui torna a casa prima dal lavoro e trova la moglie insieme ad un altro uomo. Sotto la doccia. Con la canzone del loro matrimonio come colonna sonora.
Per aver picchiato a sangue quell'uomo, il tribunale lo spedisce in un ospedale psichiatrico per otto mesi e gli impone un ordine restrittivo, non può più avere contatti con la moglie, Nikki.
Dopo i famigerati otto mesi, Pat torna a casa, dai suoi genitori. Il padre ha perso il lavoro, e sta accumulando soldi con le scommesse per aprire un ristorante.
A cena da un amico, Pat incontra Tiffany, che ha recentemente perso il marito in un incidente ed è pure rimasta senza lavoro.
A vederla così, Silver Linings è una commedia fresca, nuova, complessa ma semplice, senza pretese. 
Il tema della malattia mentale è affrontato con una serenità, una sincerità e una genuinità che non avevo mai visto. C'è questa scena bellissima in cui i due protagonisti chiacchierano come si chiacchiererebbe riguardo ai film o ai vestiti ("ma tu l'hai provato quello?-sì, ma mi è piaciuto di più quell'altro"), solo che l'oggetto sono i farmaci. E io ho riso. Perchè in quella scena, e in molte altre, sembrano loro quelli sani, e tutti quelli che stanno loro attorno sembrano i pazzi. Pat lo dice, ad un certo punto, che forse sono loro ad aver capito qualcosa che agli altri sfugge.
Ma non per questo non traspare la sofferenza dei protagonisti. Anzi, ci sono un paio di scene in cui ci sentiamo Pat, ci sentiamo male, la musica scompare, ci rivediamo davanti agli occhi la scena della doccia, è tutto confuso, cosa sta succedendo. Perciò, se prendiamo questo film per una commedia (romantica) fatta bene, ma pur sempre una commedia (romantica), è apprezzabile. Mi è piaciuto.
La mia parte curiosa e interessata ai temi clinici è riuscita a tenere buona la piccola bimba maniaca di cinema che è in me per circa un terzo del film. Purtroppo la bambina là sotto ad un certo punto ha cominciato a scalciare e a borbottare cose perfettamente giuste, cose che hanno il diritto di essere dette.
Prima tra tutte questa: chi cazzo ha fatto il cast? Chi? Chi ha voluto trasformare una commedia geniale in un polpettone senza senso per le masse (senza riuscirci, fortunatamente)? Nella scelta degli interpreti si legge chiaramente l'intento di intortare il pubblico e portarlo in sala a forza. Abbiamo i vecchi Robert De Niro e Jackie Weaver per la fetta di pubblico adulta, Bradley Cooper per i trentenni e Jennifer Lawrence per i gggiovani. Sembra che l'abbiano fatto apposta. Anche perchè il personaggio di De Niro, come mi ha fatto notare la bimba, ad un certo punto sembra scimmiottare il Jack Byrnes (quando dice quella cosa della famiglia, ma daaai!) di Ti presento i miei. Fortunatamente sono tutti attori che sanno fare il loro sporco lavoro e hanno reso questa pellicola accettabile, anche se strana, con questi protagonisti bellissimi ma scoppiati.
Comunque devo dire che nonostante tutto, nonostante la faccia da Sberla, nonostante gli occhioni da cucciolo, nonostante il naso rotto da notte da leoni, Cooper funziona. 
Probabilmente è il motivo per cui ha accettato questa parte, per uscire da quei ruoli che lo stavano ingabbiando, e dimostrare che è anche in grado di recitare queste parti qui. Come diceva Stiller in Tropic Thunder, devi recitare anche la parte del ritardato, per diventare un grande attore. In questo caso non è il ritardato, ma è il malato mentale, ma il senso è quello. Per fortuna per tutta la durata del film tutti continuano a dire "hai perso un sacco di peso" e "stai benissimo" perchè altrimenti era ancora più ridicolo che un personaggio così sfigato avesse una faccia da copertina di GQ e nessuno se ne accorgesse.
Chi funziona meno, forse, è Jennifer. Io la adoro, he, non fraintendetemi. Ma quando è bionda, però! Poi qui è un po' troppo finta, non so come dire. Non ho motivi particolari per dire che non si meritava l'Oscar, però c'è qualcosa che mi puzza. Forse sono io, che non riesco a vederla fuori dai "suoi" ruoli e qui che si è messa in gioco e ha fatto qualcosa di diverso, io mi aspettavo ancora che tirasse fuori un arco da qualche parte, o che spuntasse alla scena successiva con i capelli biondi. Io mora non me la vedo proprio, scusate.
Ho di nuovo fatto casino, non è vero?
Va bene, provo a tirare le fila: consiglierei questo film, sa farsi guardare, si ride di gusto e ci si pensa sù per un po'. Guardatelo.

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