Ormai credevo di essermi fatta le ossa, per quanto riguarda i pratici fronzoli e le bislacche usanze tedesche. Ovviamente mi sbagliavo.
Le più notevoli nuove osservazioni derivano da una serata passata in piscina, tra poveri emigrati italiani che fanno a gara a rimembrare ricette regionali delle proprie terre d'origine (vince l'Emilia, questo turno). Intanto, prima ancora di partire, scopriamo che esiste una giornata dell'acqua calda. Giornata dell'acqua calda. Cosa che ci fa sorgere interrogativi quali "ma se questa è calda, gli altri giorni com'è?", che ci perseguiteranno per tutta la serata, seguiti da interrogativi quali "chissà di cosa sa il brodo di giuggiole" e "come si decompone un corpo morto in acqua". Se a qualcuno interessasse, il brodo di giuggiole esiste ed è un superalcolico, molto dolce. Fuori dalla piscina, stringiamo un sacro patto: questa è la volta che non ci faremo riconoscere come italiani, saremo sobri, silenziosi e letali. Come i crucchi.
Entriamo. Non capiamo come cacchio si fanno i biglietti, dal momento che c'è una macchinetta automatica che non spiega le tariffe. In qualche modo, forse seguendo un gruppo di adolescenti crucche, arriviamo agli spogliatoi, agli armadietti e finalmente alle piscine. Ci liberiamo degli accappatoi e asciugamani e scopriamo, con sommo orrore da parte di quelli tra noi che studiano medicina, che i tedeschi non usano ciabatte. Tutti. Girano scalzi per tutta la piscina. Anche negli spogliatoi e nelle docce e nei bagni. Cosa che ci fa tenere ben strette le nostre, di ciabatte.
Prima di tutto, i nostri erasmici eroi si buttano a bomba nella vasca media, con urla di ragazze trascinate in acqua a forza e compagnia bella, con conseguenti occhiatacce di ragazzini crucchi. E già qui l'insano proposito di mantenere segreta la nostra identità va, come dire, a puttane. Ma non è importante. I nostri eroi non si scoraggiano e passano alla calda vasca dell'idromassaggio, popolata da anziani pomiciatori e giovani piccioncini. Che puntualmente liberano il campo all'arrivo dei nostri eroi. Gli esemplari di erasmi stanno tranquillamente chiacchierando di cotenne croccanti e pappardelle al ragù di cinghiale, quand'ecco arrivare, dalla piscina dei neonati, un padre con bambina di due anni sì e no. Oh, che carina, guarda, ha anche i codini e le alette e... i calzini. Calzini di cotone rosa. Forse è per non scivolare,ho pensato. Ma no, si scivola lo stesso se i calzini sono bagnati.
Quando i nostri eroi esauriscono le cene di addio all'Italia da ricordare, si trasferiscono nella "Grotta". Che più che altro è una parte della piscina grande con l'idromassaggio e i gradini per sedersi. Ci introduciamo nella grotta e scopriamo che ci sono già tre personaggi a popolarla: una coppietta che pratica l'antico sport del lancio del limone e un tedesco panzone baffuto sudato e tutto rosso che li fissa. Un pallone rosso che ti fissa mentre limoni. Arrivata la mandria di studenti universitari italiani caciaroni, ad abbassare la caldissima, intima e languida atmosfera del luogo, i due se ne vanno. Il tricheco resta. Finchè uno dei nostri eroi, durante una gara di apnea all'ultimo sangue, non fa un movimento un po' brusco con un piede che crea un'onda anomala e lo sommerge di acqua. Al che se ne va anche il tricheco. Durante la nostra permanenza nell'anfratto scopriamo la presenza di una telecamera di sorveglianza. Deve divertirsi un botto, quella telecamera di sorveglianza lì. Un botto.
L'ultima cosa notevole della serata -cioè della parte della serata passata in piscina, perchè è stata seguita da un kebab e da un wg party, eventi che hanno portato i nostri eroi a posare la testa sul cuscino alle cinque antimeridiane, quelli di noi che sono andati a letto da soli. Mi sa che chi era in compagnia ha fatto anche le sei- è stata la perdita della chiave dell'armadietto di uno dei nostri eroi, con conseguente passata al setaccio con i piedi tre intere piscine. Abbiamo dovuto chiedere ai crucchi di aiutarci, o almeno di lasciarci cercare dove erano seduti loro. Ammetto che questa volta potremmo anche essere stati fastidiosi, ma insomma!
Dei kebab e di tutti i party tra erasmus non vi racconto nemmeno, a chi interessano i racconti delle mangiate e delle bevute?
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